domenica 30 ottobre 2016

Step12, in cucina

L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana che porta a forme di creatività e di espressione estetica, derivanti dallo studio e dall'esperienza. L'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni: tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice di interpretazione.
Un'arte sinestetica, il cui messaggio passa attraverso sapori, profumi, viene rappresentata dalla cucina
L'emozioni trasmesse dalla cucina non dipendono però solamente da sensazioni gustative e olfattive, ma in particolar modo dipendono da quelle visive.

E cosa non ci influenzano di più, se non proprio i colori?

Prendendo in considerazione il color terra d'ombra bruciata, non possono che venirci in mente cibi come:

COCCO
CACAO IN POLVERE
CAFFÈ IN POLVERE
PANE
CARRUBE

KIWI FRUIT
CASTAGNE
COOKIES CHOCOLATE
...piatti come:
ARROSTICINI, piatto tipico abruzzese
CORDERO, piatto tipico spagnolo

PANE NERO di CASTELVETRANO, prodotto tipico siciliano
CASTAGNACCIO alla PISTOIESE, piatto tipico toscano
TARTUFO di PIZZO, piatto tipico calabrese

Step11, un documento

L'immersione quotidiana nella luce e nei colori condiziona in ogni istante lo stato di salute o di malattia. La conoscenza del colore per un più approfondito uso nell'arredamento, nell'illuminazione, nell'abbigliamento e nell'alimentazione permette una facile autogestione del proprio equilibrio interiore. Questo è quanto viene trattato nel libro di Osvaldo Sponzilli, intitolato

Nel capitolo che tratta i "Colori per arredamento" (pagina 45), c'è una sezione che analizza i bianchi, distinguendoli in bianchi puliti e bianchi sporchi. A quest'ultima categoria fanno parte quei bianchi, cui vengono mescolate le terre. Tra queste, l'unione della terra d'ombra bruciata con un bianco, può dare come risultato un colore caldo, tendente al rosa:

Iniziazione alla cromoterapia, la nuova scienza dei colori per il benessere e la serernità
di Osvaldo Sponzilli
Mediterranee Edizioni, 1998 (ROMA)



lunedì 24 ottobre 2016

Step10, emblemi

Colori, font, immagini e materiali sono i principali elementi di comunicazione dell’imballaggio di un prodotto e possono contribuire o addirittura ostacolare una scelta d’acquisto consapevole.
I colori in particolare possono avere diverse funzioni:
  1. Possono far risaltare dallo scaffale di un punto vendita un prodotto, per attirare l’attenzione del consumatore;
  2. Aiutano a rendere riconoscibile e distinguibile il prodotto in modo più o meno immediato, sia nei punti vendita che nel contesto domestico.
Un colore come la terra d'ombra bruciata, automaticamente, fa pensare a prodotti alimentari come il caffè, la cioccolata, a materiali come il legno, il cartone, il cuoio. Non a caso, i marchi più conosciuti tendono a richiamare il prodotto trattato, scegliendo colori evocativi.

Settore alimentare:

Nel 1946, ad Alba, nasce ufficialmente l'industria Ferrero e viene introdotto un nuovo marchio, con aspetto imponente, senza la denominazione della città d’origine e con caratteri maiuscoli. Con questo marchio hanno raggiunto la notorietà tanti prodotti dolciari di largo consumo. Il logo è stato rinnovato più volte, variando il colore dal rosso, al nero, al marrone: quest'ultimo è il più significativo, essendo un'azienda dolciaria, e rende la comunicazione più chiara.

La Pernigotti S.p.A. è un'azienda italiana specializzata nella produzione di gianduiotti, torroni, uova di pasqua e preparati per gelato, di proprietà della famiglia turca Toksöz.  Come nel caso precedente, essendo un'azienda dolciaria, che tratta soprattutto cioccolata, il color marrone del logo, rende efficace la comunicazione con l'acquirente. 

Nespresso è una linea di capsula di caffè creata dal gruppo Nestlé nel 1986. Il logo con il passare del tempo ha effettuato diverse modifiche riguardo il colore: dal nero, che conferiva al prodotto un senso di eleganza, al marrone, che si avvicina molto più all'essenza del prodotto in sé, pur mantenendo quell'eleganza, grazie al font sinuoso utilizzato.

Settore pelletteria:

Marchio fiorentino specializzato nella pelletteria di lusso, creato nel 1975 da Il Ponte Pelletteria S.p.A., oggi The Bridge è uno dei marchi del Made in Italy più conosciuti del settore, famoso soprattutto per la produzione di borse e cartelle in cuoio. Il marrone è il colore predominante, in quanto rimanda al materiale utilizzato per realizzare i vari prodotti: il cuoio.

Step09, abbecedario

venerdì 21 ottobre 2016

Step08, la saggezza popolare

Un collegamento tra il color terra d'ombra bruciata e il tema delle credenze popolari, dei detti, dei proverbi, è possibile farlo, considerando però tale colore in modo più generico, e quindi come terra, nel senso vero e proprio di suolo, terreno.


Proverbio toscano
  • Casa fatta e terra sfatta [È meglio comprare una casa in buono stato e un terreno trasandato, piuttosto che il contrario]
Proverbio veneto
  • Chi ara terra bagnà, per tre anni la gà dissipà [Arare la terra quando è bagnata, significa rovinarla]
Proverbio siciliano
  • Cu' havi terra, havi guerra [Chi possiede un terreno è esposto maggiormente al rischio della guerra]
Sono molti i proverbi italiani che fanno riferimento al marrone, inteso non come colore, ma come castagna. Le castagne ed i marroni rappresentavano la sopravvivenza per molte popolazioni montane: è nata così, secolo dopo secolo, una vera e propria "cultura della castagna".


Normale quindi che fossero anche molto presenti nella cultura popolare, attraverso, ad esempio, mille toponimi oppure cognomi o soprannomi, così come nei proverbi.
Eccone alcuni:
  • La castagna d’fóra a l'è bela e drenta a fa la magagna [La castagna di fuori è bella e dentro ha la magagna. Proverbio che allude all’ipocrisia]
Curiosità...
  • Prendere uno in castagna [Sorprendere qualcuno, proprio nel momento in cui sta commettendo un errore]

Il modo di dire in questione nasce proprio da un errore di interpretazione: nel latino del XIII secolo il sostantivo marro, onis indicava un errore grossolano. Nel corso dei secoli si confuse errore con marrone, nel senso di castagna, e quindi si iniziò a dire che qualcuno era stato preso in castagna, anziché preso in errore.
Sinonimi di questo modo di dire sono le espressioni prendere qualcuno con le mani nel sacco o prendere il tordo.
  • Cavar le castagne dal fuoco [Togliere le castagne dal fuoco]
L’espressione sembra derivare da una favola di Jean La Fontaine (1621-1695) dal titolo “La scimmia e il gatto”. I due animali decidono di arrostire delle castagne e quando arriva il momento di toglierle dal fuoco la scimmia, che non vuole scottarsi, comincia a lodare il gatto e a parlare del suo gran coraggio. Il gatto, per dimostrare che è davvero coraggioso, toglie le castagne dal fuoco mettendo a repentaglio la propria vita.
Si tratta di un’espressione molto conosciuta che si usa in varie lingue:“tirer les marrons du feu avec la patte du chat”, “sacar las castañas del fuego”, “für andre die kastanien aus dem feuer holen”, “to take the nuts from the fire with the dog’s foot”.

giovedì 20 ottobre 2016

Step07, i colori nel cinema



Terra di nessuno è un film del 1939, diretto dal regista Mario Baffico e tratto da un soggetto a sua volta basato su due novelle di Luigi Pirandello, intitolate Requiem aeterna dona eis Domine, scritta e pubblicata nel 1913 e Romolo, scritta nel 1915 e pubblicata nel 1917; la prima incentrata sulla lotta di un paese per il "diritto di umanità", la seconda sulla figura di un uomo che aveva fondato un centro abitato. Fu lo stesso Pirandello ad indicare la possibilità di unirle per trarne un soggetto cinematografico. Il regista ebbe tuttavia difficoltà con la censura per alcuni aspetti sociali sgraditi al regime fascista.





Il sale della terra, documentario monumentale, che traccia l'itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, è un'esperienza estetica esemplare e potente, un'opera sullo splendore del mondo e sull'irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro intimo e cosmico insieme, è  una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio.
Si può quindi apprezzare quella dualità, quell’eterno contrasto tra vite e morte, luce e ombra, distruzione e speranza che è alla base dell’intero lavoro di Sebastiao Salgado e che il regista Wim Wenders è riuscito a trasmettere in maniera estremamente efficace.

Nel mondo del cinema, le ambientazioni ricorrono quasi spesso a colori caldi, terrosi, vivaci. Un colore come il marrone è essenziale, in quanto conferisce un senso di fiducia nello spettatore, avvicinandolo molto alla realtà dei fatti.

The martian-Sopravvissuto (2015)

Alice in Wonderland (2010)

Gli incredibili (2004)

WALL-E (2008)

Step06, i colori nella scienza

La ceroplastica:

Corpi sezionati, organi in primo piano, l’uomo mostrato nella bellezza di tutti i particolari anatomici, tra il raccapriccio per la morte e la meraviglia per rappresentazioni oltre la realtà, fiori e frutta resi immortali, questa è la ceroplastica, l’arte di modellare la cera, che si unì alla Scienza nei secoli passati.
Erede di una lunga tradizione che si perde nella storia delle nostre origini, la ceroplastica vanta una lunghissima trazione nella cultura mediterranea. E’ un’arte che dai tempi nuragici, attraverso gli Egizi, i Romani, gli Etruschi, e i più famosi scultori del Rinascimento, arrivò nel ‘700 a livelli stupefacenti di riproduzione del vero. La Scienza trovò in essa un modo per studiare e mostrare il corpo umano e la natura, fino all’avvento della fotografia.
Fra le più antiche testimonianze dell’uso artistico della cera, i bronzetti nuragici occupano un posto d’eccezione: oltre 4000 anni di storia della tecnica a “cera persa”. La cera, materia prima per costruire ali e volare con la fantasia, fu mito nella storia greca di Dedalo e Icaro. Fu materiale prezioso per proteggere il legno delle navi, le armi dall’ossidazione, in tintoria, in agricoltura, nella scrittura per gli Egizi e i Romani.
Etruschi e Romani riproducevano in cera le figure degli antenati, usanza tramandata e ripresa a partire dal XIII sec. d.c. a Firenze nella produzione di oggetti votivi. Cellini, Michelangelo, ma anche Sansovino, Giambologna e tanti altri celebri scultori, realizzavano bozzetti di cera come studi preliminari delle loro più famose opere e figure umane a scopo celebrativo.
Perché l’uso della cera si tramandava nei secoli? All’ottima malleabilità si aggiungeva la buona resistenza agli agenti atmosferici, la facilità nell’essere colorata e la possibilità esclusiva di inserirvi particolari veri, come unghie, denti e capelli, ma anche spine e rami.

Verso la fine del ’600 i metodi empirici della Scienza iniziarono a far riferimento all’osservazione e alla sperimentazione. Si faceva sempre più strada l’esigenza di una conoscenza approfondita dei meccanismi fisici e del funzionamento del corpo umano. Ma l’accesso allo studio dei cadaveri era ostacolato dalla classe religiosa: da qui la necessità di conservare i corpi per le lezioni di anatomia. Ma anche conservare fiori e frutti provenienti da paesi lontani, dai primi viaggi di esplorazione, divenne una sfida sospesa tra arte e rigore scientifico delle rappresentazioni.
Le prime sperimentazioni di iniezioni vascolari di cera in corpi dissecati si dimostrarono un vero fallimento perché inutili nel fermare la decomposizione. Da qui l’idea di realizzare modelli in cera, fedeli riproduzioni delle dissezioni anatomiche e perfette copie di fiori esotici.
La medicina e l’arte trovarono contemporanea soddisfazione nella ceroplastica. I preparati in cera divennero ben presto l’alternativa al cadavere dissezionato, privi dell’odore della morte sempre collegata alle pestilenze. E dalla peste, rappresentata in tutta la sua crudezza da Giulio Gaetano Zumbo, nei celebri Teatrini, iniziò il lungo successo della ceroplastica scientifica.
L’Officina de La Specola a Firenze divenne la più celebre e i lavori di artisti come Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai ed Egisto Tortori, guidati dai più famosi medici dell’epoca, vennero richiesti da molti sovrani per dare inizio a collezioni e musei. La ceroplastica divenne un fenomeno di portata europea che vide l’Italia protagonista nella ricerca della perfetta rappresentazione scientifica e dove lo scienziato e l’artista lavorarono all’unisono.
Parallelamente alla ceroplastica anatomica, la tecnica di modellazione della cera si estese a tutti i campi della Scienze Naturali, in special modo alla Botanica, ma anche ai funghi, all’anatomia comparata, agli insetti dannosi in agricoltura. Il primo studio sui meccanismi di impollinazione delle angiosperme, le piante con i fiori, fu spiegato con un grande modello in cera, più volte duplicato.
I misteri della perfezione, i coloranti, le miscele preziose di cere animali e vegetali, la preparazione dei calchi e dei cadaveri sono stati i segreti di bottega che ceroplasti e scienziati si tramandavano oralmente. In particolare, è interessante sapere come questa incredibile resa perfetta della realtà, abbia a che vedere con un processo di mescolazione, insieme alla cera, di pigmenti, terre, tra le quali la terra d'ombra naturale e bruciata
La lavorazione della cera, giunta a livelli di incredibile descrizione del vero, era però condannata all’oblio. Nuove tecnologie di raffigurazione, prima fra tutte la fotografia, si affacciavano nella storia delle arti figurative e della scienza.

Per maggiori approfondimenti:



Cera della pestilenza, conservata al museo della Specola di Firenze

mercoledì 19 ottobre 2016

Step05, i colori nella musica

Ogni cosa, concreta o immateriale che sia, è caratterizzata da uno o più colori. Per quanto riguarda le canzoni, la musica in generale, il color terra d'ombra bruciata non viene esplicitamente trattato. 

Facendo però un collegamento con il significato dell'espressione terra bruciata, come spiegato nel post precedente intitolato "step04", è possibile notare quel senso di degrado ambientale in uno dei brani più belli e iconici della musica green: la bellissima “Earth Song”, pezzo del 1995, portato al successo dallo straordinario Michael Jackson.

Earth Song è una vera e propria denuncia aperta nei confronti dell’uomo e dei suoi errori, di un caos universale che ha compromesso il pianeta, ma soprattutto l’integrità morale dell’intera umanità.




Prendere consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni è il primo passo per raddrizzare un mondo fuori controllo; tocca a noi lottare per invertire la rotta


Did you ever stop to notice
(Ti sei mai fermato a notare)
All the blood we've shed before
(Tutto il sangue che abbiamo versato prima)
Did you ever stop to notice
(Ti sei mai fermato a notare)
This crying Earth, these weeping shores?
(Questa terra che piange, queste coste piangenti?)


Analizzando invece il termine "terra" da un punto di vista più positivo, si può far riferimento alla famosa canzone dei QueenThe Miracles.
Il pezzo utilizza toni idilliaci, eterei, in un'atmosfera che ci immerge in un ideale estasi dei sensi, mentre Mercury ci spiega come ogni cosa che ci circonda sia in realtà un piccolo miracolo, e che sarebbe un miracolo anche la pace sulla terra e la fine di tutte le guerre, cosa che tutti attendiamo. Una serenità mondiale raggiunta, una perfetta armonia che porti un globale senso di stabilità.


[...]
The one thing we’re all waiting for, is peace on Earth – an end to war
(L’unica cosa che tutti aspettiamo, è la pace sulla terra, una fine della guerra)

It’s a miracle we need – the miracle
(E’ un miracolo che ci serve – il miracolo)

The miracle we’re all waiting for today
(il miracolo che tutti aspettiamo oggi)

If every leaf on every tree, could tell a story that would be a miracle
(Se ogni foglia su ogni albero, potesse raccontare una storia sarebbe un miracolo)

If every child on every street, had clothes to wear and food to eat
(Se ogni bimbo in ogni strada, avesse vestiti da indossare e cibo)

That’s a miracle
(Questo è un miracolo)
If all God’s people could be free, to live in perfect harmony
(Se tutti i popoli di Dio potessero essere liberi, di vivere in perfetta armonia)
It’s a miracle, we’re having a miracle on Earth
(Un miracolo, un miracolo che si compie sulla terra)
Mother nature does it all for us
(Madre natura fa tutto per noi)
the wonders of this world go on
(le meraviglie di questo mondo continuano)
[...]