domenica 18 dicembre 2016

Step25, sintesi finale

Siamo all'ultimo step di questa avventura e, per chi ancora non avesse avuto modo di dare un'occhiata agli argomenti trattati, riporterò di seguito un breve riassunto sul protagonista del blog: il color terra d'ombra bruciata.

Un colore che tutti comunemente chiamiamo marrone, eppure, con le sue caratteristiche precise e i suoi codici, è noto in tutto il mondo
Se ne parla nei miti, nei proverbi e detti popolari, così come nelle canzoni e nel cinema
Un colore presente nella vita di tutti, pur passando inosservato...un colore dominante nell'architettura, ma anche negli ambienti interni, essendo una gradazione del marrone calda, che comunica sicurezza e protezione.
Da studentessa di design, è stato interessante analizzare la terra d'ombra bruciata dal punto di vista della comunicazione: si tratta di un colore utilizzato per moltissimi emblemi, e nella maggior parte dei casi facilita il riconoscimento di un logo di un'azienda; da settori alimentari, come Ferrero e Pernigotti, a settori di pelletteria, come The Bridge! Un colore che di primo impatto non fa impazzire, ma che fa parte di noi: in cucina, nell'abbigliamento, nei dipinti, nelle pubblicità...ovunque! Se ne parla anche nei brevetti, in riviste e documenti, così come nei fumetti.

Un blog con 25 step, un'analisi approfondita a 360 gradi, una sorta di anatomia del colore che tiene in considerazione non solo il colore dal punto di vista chimicoscientifico, ma che va oltre l'apparenza, guardando più nel profondo, partendo dalla sua dimensione primitiva, arrivando a citare i vari protagonisti che hanno contribuito alla conoscenza di questo pigmento nel mondo.


Siamo davvero giunti al termine e non posso che ammettere che la confusione che avevo all' inizio del mio percorso nell'esaminare questo colore, è completamente svanita! 

Se anche voi, cari lettori, siete per caso rimasti un po' perplessi e confusi, date un'occhiata all'abecedario e alla "nuvola del colore", in modo da chiarirvi le idee..e vedrete come una semplice tonalità di un colore comunemente chiamato marrone, ha invece una sua storia ben precisa.

Un consiglio? Siate curiosi, cambiate il modo di pensare e vi si aprirà un mondo!



venerdì 16 dicembre 2016

Step24, la "nuvola del colore"



Come "oggetto" rappresentativo del colore terra d'ombra bruciata ho scelto una tazza di caffè, perchè racchiude in sè le caratteristiche principali di questo colore: 

-la materia prima è il chicco di caffè, che macinandolo diventa polvere, così come il pigmento della terra d'ombra bruciata, che è naturale e inorganico;

-unendo la polvere con l'acqua si crea il prodotto, pronto al consumo, così come la terra d'ombra che unendola a un diluente può essere utilizzata nei dipinti.

mercoledì 14 dicembre 2016

Step23, un colore "selvaggio"

Come diceva Albert Einstein, il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero e non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare.

In questo nuovo pensiero un posto importante l’avrà quello che l’antropologo Claude Levi-Strauss chiama pensiero selvaggio
L'autore analizza la logica mediante la quale l'uomo si approccia al mondo per imparare a conoscerlo. Secondo questa logica, la nostra mente tende automaticamente ad associare ad ogni parola un oggetto, un colore e una forma.

Quindi, focalizzandoci ora sul colore terra d'ombra bruciata, qual è la sua dimensione primitiva? Quale rapporto esiste tra tale colore e la materialità dell'oggetto? 

Bisogna ammettere che si tratta di un colore di per sè primitivo, selvaggio: un pigmento minerale inorganico e naturale che deriva dalla macinazione della materia prima, la terra. 

"E fue necessaria cosa che l'uomo
soprastesse al coltivamento della terra,
imperò che la terra è madre di tutte le cose"
( Jacopo da Cessole, Libro de' costumi, XIV sec )


Il marrone è il colore della terra, che si connette indissolubilmente alle polivalenti e ricche manifestazioni della Madre terra

Se nelle sue tonalità calde, il marrone si connette alla terra intesa come il grembo portatore di vita, caldo, accogliente e confortevole, il rapporto con la madre-buona, nutrice, è comunque sempre carico di eros: nella cultura giapponese, ad esempio, il marrone è anche il colore della seduzione.
Alla terra, con la sua superficie solida e tangibile, corrisponde anche una realtà più concreta: il corpo fisico materiale. Il marrone rappresenta infatti anche il colore di un prodotto del corpo elaborato e digerito, il colore delle feci, che “da una parte è disprezzato e gettato via in quanto sporco e ripugnante, mentre dall’altra è considerato di pregio come l’oro, poiché è il miglior concime per favorire la crescita” (J. Jacobi). 
Nelle sue tonalità più fredde, il marrone si connette alla terra-matrigna, alla nuda terra sterile, arida, avara e disseccata, alla terra che non nutre, ma che produce fame e sofferenza. Per tali ragioni, nell’Antica Roma, la toga utilizzata dalla classi più povere e dalle persone accusate in tribunale era la marrone toga sordida.


Tuttavia, seguendo la logica, pensando alla terra d'ombra bruciata, il primo collegamento che la nostra mente tende a fare è pensare ad un paesaggio trascurato, cupo, abbandonato, senza più alcuna presenza di vita; un paesaggio distrutto dall'uomo, dai fenomeni naturali.

martedì 13 dicembre 2016

Step22, il colore in architettura

Il colore nasconde sempre una storia dietro di sè, in particolare le tonalità delle terre rappresentano uno stretto legame con il territorio. Per questo motivo trovo interessante citare la nota Porta Palatina, a Torino: 


La Porta Palatina (erroneamente, ma comunemente nota al plurale, come Porte Palatine) era la Porta Principalis dextera che consentiva l'accesso da settentrione alla Augusta Taurinorum, ovvero la civitas romana oggi nota come Torino. Essa rappresenta la principale testimonianza archeologica dell'epoca romana della città, nonché una delle porte urbiche del I secolo a.C. meglio conservate al mondo. 
Come si può notare dalla palette dei colori principali, il primo corrisponde alla terra d'ombra bruciata: bisogna però tenere in considerazione che tale architettura è stata restaurata e rivisitata dal punto di vista del colore; infatti in origine il colore era tendente a un marrone più scuro, mentre ora tende al rossastro.

mercoledì 7 dicembre 2016

Step21, i protagonisti

Fra i vari pigmenti, i marroni sono senz'altro i meno attraenti: hanno goduto di scarsa attenzione da parte degli inventori, dato che possono essere estratti direttamente dal suolo in una vasta gamma di tonalità. Furono in particolare il tardo Rinascimento e il periodo barocco a diventare un'epoca che tendeva a sottomettere il colore, ricorrendo a effetti di luci e ombre estreme, utilizzando pigmenti terrosi a base di ossidi di ferro.
Tuttavia la terra d'ombra bruciata, insieme ad altre ocre, è stata utilizzata da tempi immemorabili:
nei dipinti delle grotte di Altamira, scoperti nel 1879 dall'archeologo Marcellino Sanz de Sautuola, sono stati identificati pigmenti a base di ossido e manganese, nonchè la TERRA D'OMBRA BRUCIATA. 
Vista la notevole resistenza a corrosione dei dipinti per svariati anni, il pigmento non è stato sottovalutato dai grandi artisti pittorici che seguirono nella storia dell'arte, a partire da quel periodo.
L'uomo preistorico era raffigurato fondamentalmente come una figura pre-umana; da allora a questo stesso uomo vengono riconosciute significative doti e capacità mai considerate prima. I dipinti di Altamira sono vere e proprie opere, create con la semplice fusione e l'armonia di coloranti naturali messi a disposizione degli artisti dalla natura allora presente, niente di più e niente di meno: era tutto ciò che c'era all'epoca, ed oggi è diventato patrimonio dell'umanità dell'UNESCO (1985).