mercoledì 30 novembre 2016

Step20, i colori della moda

Il chiodo è il nome con il quale in Italia viene indicato il giubbotto di pelle, tradizionalmente di colore nero e lungo fino alla vita, il cui nome commerciale è Perfecto. Questo tipo di giubbotto fu introdotto nel 1928 dalla Schott NYC.
La giacca di pelle ha rappresentato, assieme al denim, uno dei capi classici e intramontabili della storia della moda. Dobbiamo ad attori come Marlon Brando e James Dean il mito del giubbotto in pelle nera, simbolo di ribellione negli anni ’50.
Il chiodo ha subito qualche lieve modifica negli anni per potersi adeguare alle mode del momento. Negli anni '70 viene decorato con borchie, catene ed altri accessori per seguire i dettami delle tendenze rockettare, da ciò si spiega il nome italiano "chiodo" ad indicare appunto un giubbotto chiodato. Negli anni '90 e 2000 diventa più sagomato ed aderente per poter essere appetibile al pubblico femminile.

Nel mondo del cinema è stato dunque un capo d'abbigliamento molto ricorrente: vorrei ricordare, tra i tanti, l'immancabile Fight Club, un film del 1999 diretto da David Fincher.
Qui, il protagonista, interpretato da Brad Pitt, indossava una giacca di pelle tendente al colore burntumber: 

Designer Michael Kaplan



martedì 29 novembre 2016

Step19, anatomia di un colore

In questo step verrà analizzato più a fondo il colore Terra d'ombra bruciata, una sorta di anatomia del colore....ed io che, essendo in una famiglia di soli medici, pensavo che l'anatomia si riferisse solo agli esseri viventi!
Si tratta dunque di una scienza utile non solo ai medici, ma anche ai filosofi, ai magistrati, agli artisti, e in generale a ogni essere umano, perché una conoscenza diretta del proprio "oggetto" di studio è essenziale per ogni scienza. 
Ma....
com'è possibile scomporre, tagliare, guardare attraverso un colore?

La terra d'ombra bruciata è un pigmento appartenente alla categoria dei bruni e la sua origine è identificabile in Sicilia, Sardegna, Germania, Turchia e Cipro. Viene dunque estratta dal suolo e poi viene lavorata per ottenere diverse gradiazioni. La terra, il terreno, il suolo è dunque di grande importanza; analizziamo allora a fondo il termine, guardando tutte le sue sfaccettature:

La TERRA, dal latino “terra”, a sua volta deriva dal termine di origine indoeuropea tersa, con il senso di “parte secca”, opposta alla “parte acquea”.
Il termine Terra fa quindi venire subito in mente il pianeta su cui viviamo, ma basterebbe cambiare solamente l'iniziale, da maiuscola a minuscola, per ampliare il suo significato così profondo; sono tanti, infatti, i modi di dire comuni con tale sostantivo, eccone alcuni:
toccare terra: senso figurato di ritorno al proprio paese, alle proprie radici;

sentirsi mancare la terra da sotto i piedi: senso figurativo per indicare una sensazione di vuoto, di incertezza; metafora perfetta che spiega quel senso di smarrimento quando viene a mancare qualcosa di fondamentale: del resto, se non ho la terra, dove potrò mai esistere?

stare con i piedi per terra: senso figurativo per indicare la consapevolezza di appartenere a una realtà, astenendosi dalle fantasie.

Tuttavia bisogna anche dire che la terra è stata spesso venerata come un elemento simbolico, dotato di una propria valenza spirituale.
La terra è l'ultimo, in ordine di sequenza, dei quattro elementi fondamentali. Era comunemente associata alla praticità, all'approccio materialista, alla moderazione, ma è anche attinente agli aspetti fisici e sensuali della vita.
In alchimia la terra è associata al numero 4, laddove i tre elementi precedenti, il fuoco creatore, l'acqua su cui si esercita l'atto del creare e l'aria che stabilizza l'equilibrio del creato, si ripresentano mescolati insieme su un altro livello, il quale costituisce dunque il risultato finale della creazione, ma anche un nuovo inizio.
Come fuoco, acqua e aria, la terra è inoltre uno dei quattro elementi in cui è suddiviso lo Zodiaco; i segni di terra, in particolare, comprendono Toro, Vergine e Capricorno.
Negli arcani minori dei Tarocchi la terra corrisponde al seme di denari; in generale, il seme di Denari, detto anche Pentacolo, esercita la sua influenza sulle ricchezze, le operazioni commerciali, il potere del denaro, la sicurezza economica e il benessere sociale. Da un punto di vista simbolico, l'oro che resta alla base del concetto "denaro", è associato alle viscere della madre Terra, ed è considerato il metallo che più di tutti è in grado di fornire agli esseri umani il sostegno necessario per far fronte al proprio destino.
Platone (427-347 a.C.) accolse nella sua filosofia la dottrina dei quattro elementi di Empedocle. Nel Timeo, suo dialogo cosmologico, il solido platonico associato alla terra è il cubo, che è formato da sei facce quadrate. Egli collocava infatti la terra tra il fuoco, costituito da quattro lati triangolari, e l'aria, rappresentata da otto facce triangolari.

A seguire ho elaborato un brainstorming che sintetizza tutto ciò che secondo me la terra rappresenta, andando oltre l'apparenza:




martedì 15 novembre 2016

Step18, le arti pittoriche

La terra d'ombra bruciata, come già accennato nello step01,appartiene alla categoria dei bruni ed è un pigmento minerale inorganico e naturale.
La presenza del manganese (Mn) ne rafforza le caratteristiche siccative ed è proprio grazie a questa proprietà che tale terra viene utilizzata molto spesso nel dipinto ad olio.
Infatti, anticamente, il pittore realizzava da sé stesso i colori, lavorando la materia prima che doveva essere ridotta finemente in polvere, lavata ed infine macinata con l'olio; i colori ad olio contengono dunque pigmenti polverizzati in prevalenza di origine minerale.

Un dipinto ad olio su tela in cui primeggia il color terra d'ombra bruciata è un opera di Caravaggio, intitolata “Narciso”.
Il soggetto raffigurato è ,appunto, Narciso, ritratto mentre si specchia nell'acqua di una fonte, cercando un contatto fisico con il suo riflesso, di cui il fanciullo si è innamorato credendolo reale. In particolare, qui l'artista dipinge il momento che precede la scoperta dell'inganno: infatti, l'immagine che Narciso vedeva nella pozza d'acqua altro non era che la proiezione di se stesso.
 
Caravaggio, Narciso, 1597-1599
Galleria Nazionale d'Arte Antica a Palazzo Barberini (Roma)

Step17, nei brevetti


    Numero di pubblicazione: US2240027 A
    Tipo di pubblicazione: concessione
    Data di pubblicazione: 29 aprile 1941
    Data di registrazione: 25 maggio 1938
    Inventori: Frederick S. Bacon
    Assegnatario originale: Monsanto Chemicals


    Il brevetto fa riferimento alle resine acetaliche con proprietà adesive, per quanto riguarda il settore dell'abbigliamento; in particolare tratta di materiali fibrosi, con il problema di non avere ottime capacità di assorbire e trattenere il flusso di freddo. Tra le varie soluzioni citate, la terra d'ombra bruciata risulta importante, in quanto se viene applicata buona parte di essa su questi materiali fibrosi, in aggiunta a determinati plastificanti, solventi, aiuta a ridurre il flusso di freddo.

    lunedì 14 novembre 2016

    Step16, nel design

    La scelta del colore nel design è molto soggettiva: la reazione che il colore evoca potrebbe cambiare da persona a persona. Questo è dovuto a volte a gusti e preferenze personali, ma altre volte a causa del background culturale. La teoria del colore può essere considerata una scienza. Studiare come i diversi colori influenzano le persone, individualmente o come gruppo, è diventata una vera e propria professione. Basta cambiare semplicemente la tonalità del colore o la saturazione per evocare sensazioni completamente diverse.
    Il colore ha essenzialmente 3 funzioni:
    • evoca delle sensazioni
    • rappresenta uno stato d’animo
    • riflette l’identità aziendale

    La terra d'ombra bruciata rientra nella categoria dei bruni, dei marroni. Il marrone è associato alla terra, al legno, alla pietra. E’ un colore naturale, caldo e neutrale, ed evoca armonia e stabilità. Spesso, infatti, viene utilizzato in ambienti pubblici, in quanto aiuta l'utente a sentirsi a proprio agio.

    Com'è stato detto inizialmente, il colore riflette l'identità aziendale. Un colore caldo come la terra d'ombra bruciata non può che far riferimento al settore dell'arredamento, in particolare ai mobili. 
    E chi, se non Michael Thonet, può rappresentare al meglio questa sezione riguardante la storia del mobile moderno?

    Chair n. 14, M. Thonet 
    Chair n. 1, M. Thonet


    La curvatura del legno tramite vapore consentiva forme sinuose ed eleganti, pur mantenendo un aspetto delle superfici "pulito" e quindi combinava il classico al moderno in realizzazioni molto difficili da ottenere con i sistemi di lavorazione tradizionali. Il tutto era combinato a una inusuale semplicità e leggerezza. Con la rivoluzione del 1848 molte persone perdono il lavoro e trovano un altro impiego nelle nuove fabbriche di Thonet, dove sono in funzione le macchine a vapore. Il successo giunge nel 1859, quando l'azienda Gebrüder Thonet dei figli di Michael presenta la Sedia n. 14 in legno massello curvato. L'azienda ha avuto una certa rilevanza durante il passaggio dalla produzione artigianale a quella industriale e semi-industriale: la Thonet infatti puntava proprio sulla riduzione del numero di pezzi e del tempo necessario al montaggio. Il metodo di lavorazione, soprattutto, non era più puramente artigianale, ma bensì semi-meccanizzato: soluzione adottata anche da altre aziende del settore, italiane e non. A quel tempo gran parte delle sedie in legno venivano ancora realizzate completamente a mano per incisione e sottrazione del materiale affidata ad artigiani, artisti dove in ogni pezzo era evidente la creatività e la manualità del suo realizzatore. La produzione della Thonet era invece standardizzata, ricavata su progetto preliminare antecedente e riprodotta in serie. Thonet applicava alle sue sedie anche delle soluzioni per contenere i costi: utilizzava per esempio delle sostanze chimiche, grazie alle quali ridusse l'impiego di costose essenze di legno, sostituendole con sottili impiallacciature.

    venerdì 11 novembre 2016

    Step15, pubblicità

    Se la pubblicità è l’anima del commercio, il manifesto è sicuramente il suo corpo. Per decenni, prima dell’introduzione dei computer e della grafica informatizzata, gli slogan propagandistici o le reclame per vendere prodotti d’ogni genere, sono state affidate alle mani esperte di grafici artistici e illustratori più o meno noti.

    A seguire, dunque, saranno riportati alcuni manifesti pubblicitari, il cui colore prevalente è la terra d'ombra bruciata.

    'Abiti per uomo, eleganti perfetti',
    manifesto pubblicitario per E&A Mele & C, Napoli 1900
    Locandina di Tosca (Adolf Hohenstein, 1899)


    Madama Butterfly,
    tragedia giaponese di Illica e Giacosa, 1904

    Profumo Fleurs de Mousse,
    grafica liberty del maestro Adolf Hohenstein


    giovedì 10 novembre 2016

    Step14, chimica

    Composizione chimica:
    Fe2O3 * MnO2 * nH2O + Si + Al2O3

    La terra d’ombra bruciata è un pigmento minerale inorganico e naturale. Si ottiene macinando e lavando la materia prima, e la sua origine è identificata in Sicilia, Sardegna, Germania, Turchia e Cipro. Si usa fin dalla preistoria, e se n’è fatto un grande uso nell’età classica. Ha un’alta stabilità a luce, temperatura ed umidità ed ha un alto potere coprente. Asciutta si presenta come una terra fina che forma piccolissimi grumi sferici, mentre diluita è una pasta fluido-liquida. Nonostante sia piuttosto coprente, la tinta non è opaca, e permette quindi di giocare con effetti di trasparenze; si può usare sia molto diluito per le velature, sia come colore compatto, e questo lo rende un pigmento molto duttile.


    Fonti:

    lunedì 7 novembre 2016

    Step13, i colori nel fumetto

    DA QUASSÙ LA TERRA È BELLISSIMA, di Toni Bruno


    Storia incentrata su due vite parallele, che per necessità sono destinate a incrociarsi: quella di Akim Smirnov, il più grande cosmonauta russo, che non riesce ad affrontare la paura di tornare nello spazio, e quella di Frank Jones, uno psicologo americano, nevrotico e tormentato da attacchi di panico in piena notte, ma sorprendentemente brillante nel suo lavoro. Il tutto in un periodo storico in cui la Russia e l’America non sono decisamente in rapporti amichevoli: ci troviamo, infatti, durante la Guerra Fredda.

    A pagina 5 in particolare, viene trattata la parte in cui Akim Smirnov si trova in missione nello spazio e descrive cosa prova e cosa vede dal finestrino: