mercoledì 14 dicembre 2016

Step23, un colore "selvaggio"

Come diceva Albert Einstein, il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero e non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare.

In questo nuovo pensiero un posto importante l’avrà quello che l’antropologo Claude Levi-Strauss chiama pensiero selvaggio
L'autore analizza la logica mediante la quale l'uomo si approccia al mondo per imparare a conoscerlo. Secondo questa logica, la nostra mente tende automaticamente ad associare ad ogni parola un oggetto, un colore e una forma.

Quindi, focalizzandoci ora sul colore terra d'ombra bruciata, qual è la sua dimensione primitiva? Quale rapporto esiste tra tale colore e la materialità dell'oggetto? 

Bisogna ammettere che si tratta di un colore di per sè primitivo, selvaggio: un pigmento minerale inorganico e naturale che deriva dalla macinazione della materia prima, la terra. 

"E fue necessaria cosa che l'uomo
soprastesse al coltivamento della terra,
imperò che la terra è madre di tutte le cose"
( Jacopo da Cessole, Libro de' costumi, XIV sec )


Il marrone è il colore della terra, che si connette indissolubilmente alle polivalenti e ricche manifestazioni della Madre terra

Se nelle sue tonalità calde, il marrone si connette alla terra intesa come il grembo portatore di vita, caldo, accogliente e confortevole, il rapporto con la madre-buona, nutrice, è comunque sempre carico di eros: nella cultura giapponese, ad esempio, il marrone è anche il colore della seduzione.
Alla terra, con la sua superficie solida e tangibile, corrisponde anche una realtà più concreta: il corpo fisico materiale. Il marrone rappresenta infatti anche il colore di un prodotto del corpo elaborato e digerito, il colore delle feci, che “da una parte è disprezzato e gettato via in quanto sporco e ripugnante, mentre dall’altra è considerato di pregio come l’oro, poiché è il miglior concime per favorire la crescita” (J. Jacobi). 
Nelle sue tonalità più fredde, il marrone si connette alla terra-matrigna, alla nuda terra sterile, arida, avara e disseccata, alla terra che non nutre, ma che produce fame e sofferenza. Per tali ragioni, nell’Antica Roma, la toga utilizzata dalla classi più povere e dalle persone accusate in tribunale era la marrone toga sordida.


Tuttavia, seguendo la logica, pensando alla terra d'ombra bruciata, il primo collegamento che la nostra mente tende a fare è pensare ad un paesaggio trascurato, cupo, abbandonato, senza più alcuna presenza di vita; un paesaggio distrutto dall'uomo, dai fenomeni naturali.

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